In principio era come un sospiro, una promessa, la più leggera delle brezze che danza sulle urla di morte di mille uomini, quella brezza ora si è fatta vento. Un vento di sacrificio, un vento di guerra, un vento di passione, un vento di vendetta.
Si dice che combattere per amore abbia molto più senso che combattere per tutto il resto. Fin dove si spingeranno i Greci per la gloria e per l’amore? Su queste basi furono costruiti i due travolgenti poemi omerici, Iliade e Odissea.
L’ ILIADE
Questa guerra ebbe inizio come tutte le altre guerre: da un’offesa. La posta in gioco era una abbastanza grande: una scelta. Il principe troiano Paride, il più bello tra i mortali, era stato scelto da Zeus affinché decidesse chi fosse la più bella tra le dee dell’Olimpo: Era, Atena ed Afrodite. La scelta consisteva nell’offrire la mela della discordia ad una di loro. Paride offrì questa mela ad Afrodite, considerandola più bella. In cambio, la dea gli concesse l’amore della donna più bella del mondo.
Iliade e Odissea stanno alla base di una cultura che porterà alla formazione di quella che sarà poi chiamata la Magna Grecia.
In un viaggio a Sparta, Ettore e Paride vogliono creare un’alleanza di pace tra Sparta e Troia. Durante il loro soggiorno nella polis greca, Paride si innamora di Elena, regina di Sparta e moglie di Menelao. Accecato dall’amore che nutre per lei, Paride la porta con sé a Troia, dando in questo modo inizio ad una guerra di cui si parlerà per mille anni.
La più grande flotta mai vista avanzava verso la città, milioni di guerrieri venuti da ogni angolo della Grecia, erano presenti per glorificare il loro onore, ma ce n’era uno in particolare che ardeva dalla voglia di essere conosciuto nella storia come uno dei più grandi guerrieri; il suo nome era Achille.
Cantami, o diva, del pelide Achille l’ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei (…)
Arrivati a Troia i greci vinsero molte battaglie ma ne persero altrettante. Tra le più grandi perdite riportate abbiamo quelle di Aiace, Patroclo, Ettore e lo stesso Achille.
Importanti eventi sono dati da:
- la morte di Patroclo;
- la conversazione tra Ettore e Andromaca;
- lo scontro tra Ettore e Achille;
- il cavallo di Troia.
Dopo una lite tra Achille e Agamennone, il guerriero si ritira lasciando i greci indifesi. Seguono molte battaglie, ma senza alcuna vittoria. Data la moltitudine di perdite subite, c’è un acheo in particolare che soffre per i suoi compagni e, senza esitare, prende l’armatura di Achille e va a combattere contro i troiani. Questa è stata l’unica battaglia a cui Patroclo abbia mai partecipato poichè, per volere degli dèi, il colpo ricevuto da Ettore, gli fu fatale.
La conversazione tra Ettore e Andromaca segna il momento in cui, per l’eroe troiano, arriva il tanto atteso momento di gloria. Ci sono momenti in cui esita, ma Ettore conoscendo bene i suoi doveri in qualità di principe, sa che deve affrontare Achille per proteggere il suo onore e quello della città. Sua moglie, Andromaca, non essendo d’accordo con questa decisione date le circostanze, implora suo marito a non andare perché il pensiero di perderlo gli infligerebbe molta sofferenza.
Dopo la morte di Patroclo, Achille sfida a duello Ettore per vendicare la sua morte. Il duello finisce con la morte dell’eroe troiano, uno dei migliori eroi mai sfidati da Achille.
Tra Iliade e Odissea, il primo rappresenta il momento in cui tutte le città della Grecia si uniscono per andare in guerra contro un comune nemico.
L’evento che segna la fine della guerra di Troia è dato dall’inganno preparato da Ulisse per penetrare all’interno delle mura della città. Ulisse, famoso per i suoi ingegnosi trucchi, fa costruire un cavallo di legno, nel quale gli Achei si sarebbero nascosti e, una volta entrati in città, avrebbero distrutto ogni singolo fondamento che reggeva Troia, radendola al suolo.
In questa ultima battaglia, Achille si scontra con il giovane Paride e viene sconfitto. Quest’ultimo, essendo un’ottimo arciere, scagliò la sua freccia che colpì il tallone dell’eroe greco, ponendo fine in questo modo alla guerra e alla gloriosa vita del Pelide Achille.
Tra Iliade e Odissea, il primo rappresenta il momento in cui tutte le città della Grecia si uniscono per andare in guerra contro un comune nemico, mostrando in questo modo l’unione in qualità di nazione e non come città-stato separate
L’ODISSEA
L’Odissea, rappresenta la vita del dopoguerra per alcuni soldati che hanno partecipato al grande conflitto, in particolar modo la vita di un uomo che si è fatto valere a Troia, grazie ai suoi ingegnosi trucchi. Un re, un’ottimo marito e un pensieroso padre, in questo poema viene raccontata la storia di Ulisse.
All’inizio conosciamo Telemaco, figlio di Ulisse, che decide di andare in cerca del padre siccome erano passati anni da quando era finita la guerra e lui non era ancora tornato a Itaca. Si reca a Pilo da Nestore, dal quale apprende che Ulisse è vivo, trattenuto nell’isola di Ogigia dalla ninfa Calipso. Il poema prosegue con il viaggio di Odisseo: su ordine di Zeus, Calipso deve lasciare Ulisse, che si costruisce una zattera per partire.
Dopo giorni di navigazione, Poseidone gli scatena contro una terribile tempesta e lo fa naufragare sulle coste della terra dei Feaci. Qui viene trovato da Nausicaa, che lo porta alla reggia di suo padre Alcinoo. Durante il banchetto in suo onore, Ulisse viene invitato dal re a rivelare la sua identità e l’eroe inizia a raccontare le sue peripezie. Inizia così un lungo flashback: ricorda l’arrivo nella terra dei Ciclopi, l’incontro con la maga Circe, la discesa nell’Ade, l’incontro con le Sirene, l’insidia di Scilla e Cariddi e l’approdo all’isola del dio Sole.
Una volta conosciuta l’identità dell’eroe, Alcinoo regala una nave ad Ulisse per far ritorno a casa. Una volta arrivato ad Itaca, consigliato da Atena, l’eroe si traveste da mendicante per non farsi riconoscere. Si reca da Eumeo e insieme al figlio Telemaco, preparano la vendetta contro i Proci.
Si parla della penisola italica sin dall’Iliade e Odissea.
Il giorno seguente, la regina propone una gara: sposerà chi saprà tirare meglio con l’arco di suo marito. Nessuno dei Proci riesce a tendere l’arco, solo il mendicante (Ulisse) ne è capace. Scatta quindi il momento della vendetta tanto attesa da Ulisse che, aiutato dal figlio e dai fedeli servi, fa strage di tutti quelli che durante la sua assenza lo avevano tradito.
L’Odissea si conclude con Ulisse che si riconcilia con il suo popolo e la sua famiglia.
I POEMI OMERICI, Iliade e Odissea, E LA PENISOLA ITALICA
Si parla della penisola italica sin dall’Iliade e Odissea. Dopo la guerra di Troia, Enea e Ulisse saranno i protagonisti nell’apertura dei nuovi orizzonti nel Mediterraneo.
Mentre Troia stava andando in fiamme, Enea e i suoi abbandonarono la città con una piccola flotta, cercando una nuova terra dove poter vivere. Dopo un lungo viaggio per tutto il Mediterraneo, Enea raggiunse le coste del Lazio e sposò Lavinia, figlia del Re Latino, fondando in seguito la città di Lavinio. Enea viene considerato un’eroe desinato alla fondazione di Roma, perché da Silvio, figlio avuto con Lavinia, discesero Romolo e Remo.
Nell’Odissea sono i viaggi di Ulisse a presentarci la penisola e le leggendarie creature che ci abitavano. Seguendo la penisola da nord a sud, il primo luogo incontrato da Ulisse è il Promontorio del Circeo. Questo è il luogo natale della Maga Circe, famosa e affascinante donna che trasformava in porci gli uomini che venivano al suo palazzo, tra cui anche l’equipaggio di Ulisse.
A seguire è lo stretto di Messina. Ci sono diverse storie di fantasia riguardanti i mostri marini che popolano lo Ionico. I più conosciuti sono Scilla e Cariddi, con i quali Ulisse e i suoi uomini dovettero confrontarsi, ma l’equipaggio perì e la sua nave venne distrutta.
Per finire, le meravigliose isole Eolie, conosciute anche come isole Lipari. Queste isole sono state le dimora del Dio Eolo che offrì ospitalità all‘eroe Acheo per un mese ed infine gli diede in regalo un’otre in pelle di bue che conteneva i venti contrari alla navigazione, in modo da permettergli finalmente di ritornare alla sua terra nativa.
La storia della penisola italica verrà raccontata più avanti, ma per coloro che l’anno vissuta, si dica che sono vissuti al tempo di Enea, fondatore della stirpe romana; si dica che sono vissuti al tempo di Ulisse, colui che ha camminato insieme ai giganti; si dica che sono vissuti al tempo di Achille.
Iliade e Odissea rappresentano una forma d’arte da cui tutt’oggi impariamo. Altre forme d’arte che possono inspirare ed educare potete trovare leggendo questo articolo.
Iliade e Odissea stanno alla base di una cultura che porterà alla formazione di quella che sarà poi chiamata la Magna Grecia.
Fonti
- https://it.wikipedia.org/wiki/Ulisse
- https://laricerca.loescher.it/i-luoghi-di-ulisse-in-italia/
- https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_di_Troia
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