Un dolce amore e l’amara morte – Giuliano e Simonetta

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La sofferenza per amore rimarrà sempre il motivo per cui tutti preferiscono evitare tale sentimento e tale responsabilità. Amare qualcuno significa avere una responsabilità verso la persona “colpita”, un cuore in mille pezzi non è facile da ricostruire, specialmente se uno dei pilastri è stato abbattuto. Ma cosa fa più male in realtà? Soffrire per un amore che non avrebbe mai avuto un futuro, oppure per un amore non corrisposto?

Il dolce amore – Giuliano De’ Medici

Giuliano de’ Medici, meglio conosciuto come il “Principe della giovinezza” nacque a Firenze il 28 ottobre del 1453. Fratello minore di Lorenzo, aveva solo quindici anni quando insieme al Magnifico si ritrovò a capo della Signoria della città, ma data la sua scarsa vocazione verso l’amministrazione pubblica, Giuliano si è concentrato su altri aspetti della sua vita: le passioni e l’amore. Giuliano era molto ammirato dalle donne per la sua arrogante bellezza e per il suo fascino ed altrettanto molto amato dal popolo fiorentino per la sua generosità e spensieratezza. Tra le passioni di Giuliano ritroviamo l’equitazione, il lancio del giavellotto, la lotta, la danza, la musica e la pittura.

I rapporti di Giuliano con Lorenzo furono sempre ottimi: ci fu solo qualche divergenza occasionale dovuta alla diversità dei caratteri; nonostante ciò i due erano legati da un sincero amore fraterno e da una cieca fiducia reciproca. Giuliano non aveva abbandonato del tutto la vita politica di Firenze, in qualità di membro della famiglia aveva anche lui le sue responsabilità. Giuliano realizzò il suo primo viaggio a Roma nel 1469, dove arrivò con l’incarico di scortare a Firenze Clarice Orsini, promessa sposa di Lorenzo. Seguirono molti altri viaggi, tra cui Genova, Milano, Mantova, Venezia e Volterra.

Come ogni ragazzo del suo tempo, anche Giuliano, si ritrovò a dover scegliere tra diventare principe della Chiesa o trovare una moglie degna per ricchezza e potenza. In entrambi i casi Giuliano rifiutò di intraprendere un cammino che non gli avrebbe assicurato un futuro da lui immaginato e voluto:

Fare quello che amo fare e non quello che devo fare.

Per quanto riguarda l’amore, Giuliano ha sempre voluto sposare la donna che lui tanto avrebbe amato, purtroppo Amore gli ha portato l’ideale di donna “proibita” e con lei l’incontro con l’amara morte.

Il dolce amore – Simonetta Vespucci

Simonetta Cattaneo Vespucci è nata a Genova nel 1453 e nella storia della famiglia dei Medici ha lasciato una ferita abbastanza profonda sul cuore del giovane Giuliano. Considerata come una delle più belle donne, emblema di grazia e bellezza, fu la musa di diversi pittori tra cui Sandro Botticelli e Piero di Cosimo.

Simonetta proveniva da una famiglia di nobili genovesi ed è arrivata a Firenze per sposare il banchiere Marco Vespucci. Data la sua bellezza, gli artisti facevano a gara per immortalarla sulla loro tela. I dipinti in cui si può vedere la bellezza e la grazia della fanciulla secondo l’artista Sandro Botticelli sono : “Primavera”; “La nascita di Venere” e “Venere e Marte”. In tutti i suoi dipinti, Botticelli raffigura Simonetta come la dea dell’amore Venere: una bellezza mai vista, un fascino innocente che attrae ogni singolo sguardo e l’amore proibito. Queste tre doti hanno attirato lo sguardo e l’interesse del giovane fiorentino Giuliano, facendolo innamorare della fanciulla.
A Piazza Santa Croce ebbe luogo un torneo e il premio in palio era un ritratto di Simonetta. Giuliano, preso da un amore accecante, partecipò e vinse. Quest’episodio fu narrato anche dall’autore Angelo Poliziano, nel suo poemetto dal titolo “Stanza per la giostra di Giuliano de’ Medici”.

La giovane fanciulla passò ad oltrevita il 26 Aprile 1476 a causa di una malattia chiamata tisi, provocando in questo modo un dolore immenso in Giuliano, dolore che lo afflisse tanto da perdere ogni volontà nell’andare avanti.

La storia d’amore dietro il quadro “Venere e Marte” di Sandro Botticelli

Il quadro di Botticelli raffigura Venere e Marte, entrambi distesi su un prato, circondati da un gruppetto di satiri che prendono via l’armatura di Marte ormai perso dall’amore che nutre per la dea Venere. Questo dipinto può essere interpretato in diversi modi, può essere vista la superiorità femminile considerando il modo in cui Venere guarda Marte vigilante e cosciente.

Può essere vista l’idea di due mondi totalmente opposti, il dualismo Marte-Venere e l’idea che gli opposti si attraggono. Questo quadro però è stato designato come dono per il matrimonio di un membro della famiglia Vespucci e quindi questa iconografia è stata scelta come augurio per la sposa.

Ma dietro al quadro esiste una storia. I due personaggi sono realmente vissuti. Botticelli, durante la creazione di quest’opera d’arte, ha avuto bisogno di due muse e per realizzarla scelse il suo miglior amico Giuliano de Medici e Simonetta Vespucci.

Tra i due nacque un’amore che portò finalmente la pace a Giuliano, considerando le forti tensioni tra la famiglia dei Medici e la famiglia dei Pazzi e i doveri che aveva verso suo fratello.

La bellezza gli ha portato l’amore e questo gli ha portato la pace.

Lorenzo cercava di creare alleanze con la maggior parte delle potenti famiglie presenti sul territorio italiano, un modo per allearsi erano anche i matrimoni combinati. Giuliano si era ritrovato nella situazione in cui doveva sposare una donna che non conosceva e amava affatto. La sua personalità arrogante lo salvò facendosi guidare dal principio che “lui amerà colei che lui vorrà amare”. Tra tutte le donne di Firenze, lui si innamorò della donna proibita, colei che coscientemente sapeva che non poteva mai avere; nonostante ciò, Simonetta ha ricambiato di più i sentimenti di Giuliano che del marito Vespucci.

 

L’amara morte – La Congiura dei Pazzi

Per Giuliano, Simonetta è stata l’unica donna che abbia mai amato, l’unica donna che sia  riuscita a portargli la pace in un mondo guidato dall’ostilità e dal potere. Due anni dopo la morte di Simonetta, Giuliano la raggiunse: il giorno del 26 Aprile 1478 morì in una congiura organizzata dalla famiglia Pazzi, durante la messa alla chiesa Santa Maria del Fiore.

Durante il momento solenne dell’elevazione, mentre tutti erano inginocchiati, si scatenò la vera e propria tragedia: Francesco Pazzi colpì Giuliano ripetutamente togliendogli la vita come pianificato, lasciandolo in un mare di sangue. Lorenzo riuscì a scappare aiutato da Poliziano, organizzandosi poi per vendicare la sua famiglia per essere stati vittime di un tale tradimento e atroce congiura.

Per saperne di più sulla Congiura dei Pazzi, potete leggere questo articolo.

Giuliano e Simonetta non hanno avuto il famoso “vissero per sempre felici e contenti”, ma un amore così puro e sincero ha fatto sì che la loro storia rimanesse per sempre racchiusa dietro al quadro che Botticelli stesso ha creato.

“Insieme in Paradiso”

– Giuliano de’ Medici & Simonetta Vespucci

Fonti:

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