27 Febbraio 1593: Giordano Bruno rinchiuso nelle carceri del Sant’Uffizio di Roma

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Nel febbraio del 1593 Giordano Bruno viene incarcerato negli Uffizi di Roma. Oggi ricordiamo il filosofo, scrittore e frate domenicano del XVI secolo, che per alcuni è stato un intellettuale sgradito mentre per altri un uomo di grande ingegno. 

 

Filippo Bruno è nato nel 1548 a Nola, in provincia di Napoli. Fin da piccolo mostra un’ intelligenza intensa e un’ inclinazione verso lo studio. Dopo aver preso l’abito domenicano verso l’età di quindici anni, assume il nome di Giordano, così come impone la regola domenicana, in onore di Giordano di Sassonia. Diventa specialista nell’arte della memoria, cioè il modo in cui la memoria umana riesce ad accogliere la cultura nella sua complessità. 

Caratteristiche dell’ordine domenicano: 

  • vivono in comunità fraterne
  • praticano la povertà
  • consacrano Dio
  • hanno una vasta preparazione culturale

 

Bruno comincia a criticare vari dogmi della religione cattolica, iniziando da giovane a progettare le basi di un’idea molto pericolosa ma anche particolare, cioè il ritorno all’originaria forma filosofica. Il giovane domenicano non abbraccia la vita ecclesiastica tanto per l’amore verso la Chiesa, quanto per potersi costruire le opportunità migliori per proseguire gli studi in lettere.

Nel 1576, a causa del desiderio di scoprire sempre cose nuove, abbandona l’ordine domenicano e si sposta in varie città: Genova, Savona, Torino. Comincia così a pubblicare le sue prime opere, tra cui ricordiamo La cena delle ceneri, Spaccio de la bestia trionfante, De l’infinito universo et mondi, ecc. Una delle cause per cui viene prima incarcerato e poi condannato ha alla base i pensieri del domenicano introdotti in queste opere che vanno contro i dogmi religiosi cattolici di quel periodo. Gli anni della sua maturità coincidono con la Controriforma, accompagnati da fuga e peregrinazioni.

Passo per passo fino alla condanna di Giordano Bruno

L’amore per la natura lo conduce anche al disprezzo per il cattolicesimo, in quanto il filosofo di cui oggi celebriamo il ricordo, sosteneva la religione antica di Mosè che, secondo lui, indicava la vera strada. Comunque, fin dall’inizio Giordano Bruno viene accusato di eresia a causa dei suoi pensieri originali riguardanti la chiesa e la religione cattolica. 

Scopriamo i motivi principali per i quali viene incarcerato e, ulteriormente, condannato al rogo:

Uno dei motivi per il quale viene incarcerato è il modo in cui lui percepiva l’Universo. Se gli aristotelici e altri personaggi importanti di quel periodo, come Galileo Galilei o Copernico, pensavano che il mondo fosse finito, secondo Giordano Bruno, il mondo era infinito. Un altro motivo è l’ipotesi secondo la quale potrebbero esistere mondi migliori del nostro, con specie umane molto più intelligenti di noi. Anche se i motivi sono tanti, cercherò di elencare di seguito altri motivi più interessanti secondo me: secondo Bruno, Cristo faceva miracoli perché in verità era un mago, la Vergine non può aver partorito, la fede cattolica blasfema la grandezza di Dio, ecc.

Dopo essere stato arrestato a Venezia, un luogo dove si sentiva ormai al sicuro dopo aver viaggiato in quasi tutta Italia per proteggersi, viene incarcerato a Roma. Prima di essere condannato cerca di difendersi, presentando la lista dei suoi libri, che insegnavano ad utilizzare la ragione. Giordano Bruno mette accento sulla libertà della ricerca filosofica e cerca di far capire la differenza di un’insegnamento blasfemo diretto e un’insegnamento della ragione indiretto. Questi argomenti non bastano e così viene portato in piazza. 

La morte di Giordano Bruno

 Giordano Bruno viene incarcerato dall’Inquisizione di Roma a causa delle sue idee profane alle quali non rinuncia nei 7 anni di carcere. A febbraio del 1600, dopo vari tentativi di farlo rinunciare, l’ex frate domenicano viene condannato al rogo e poi bruciato vivo in piazza Campo dei Fiori. 

 

 

Scopriamo di più sull’Inquisizione di Roma

L’Inquisizione, con il nome di Sant’Uffizio, fu fondata da Papa Paolo III Farnese con lo scopo di proteggere la fede e la Chiesa da varie propagande eretiche. Oltre a questo, l’Inquisizione si occupava anche di censura dei libri e controllo della stampa, scioglimenti di matrimoni, controversie teologiche e del falso misticismo. Questo tribunale era costituito da sei cardinali nominati inquisitori generali, dal prefetto Papa, da un cardinale segretario e da un assessore. 

La libertà di pensiero 

Anche se per quel periodo la normalità era seguire i dogmi imposti, ancor di più quelli religiosi, vorrei soffermarmi un po’ sulla libertà che è stata tolta a Giordano Bruno, ma anche a molte altre persone di quell’epoca. È forse normale che la Chiesa condanni al rogo un uomo che non è d’accordo con le regole o che ha altre opinioni? 

Il monumento di Giordano Bruno, fatto proprio in piazza Campo dei Fiori, dovrebbe far riflettere sul comportamento che ognuno di noi ha verso gli altri. L’essere umano va rispettato, a prescindere dalle regole che decide di rispettare o no. 

Per concludere, la filosofia di Giordano Bruno supera la sua morte, svelando un universo molteplice e apre la strada alla rivoluzione scientifica. 

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Fonti:

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